Messaggi del Don

A CHI LO DIREMO?

Arrivano le feste, le più attese di ogni anno: quelle di Natale. Ce lo dice il tempo dell’Avvento. Già tutti i buoni cristiani, come ogni normale cittadino, hanno cominciato già da parecchio a sognare e a darsi da fare di corsa per prepararsi. Però i sogni spesso rimangono segreti, perché timidi e personali. Le corse, invece, manifestano i rapporti e le relazioni che insistono con i nostri simili. Sì, è vero, non esistiamo per vivere una vita da soli. Siamo insieme non per vivere da eremiti, ma per gli altri e con gli altri. Abbiamo però bisogno di gioia e di serenità e della presenza degli altri, che non si trovano nella solitudine e nella lontananza: nella solitudine tutt’al più si potrebbe pensare ad organizzare una festa. Ma la festa poi va vissuta insieme agli altri. E una festa, che si rispetti, va programmata per viverla insieme agli altri, per accendere i pensieri e i sentimenti di tutti. Il mondo degli uomini, da sempre in gravi condizioni, negli ultimi tempi, sta scoprendo la vita. Oggi si guarda con più sacralità alla bellezza e preziosità di tutta la vita umana. Forse si comincerà anche a scoprire il significato di una vera festa mondiale? Saremo capaci anche di avvicinarci al FESTEGGIATO (Gesù Cristo) e capiremo anche perché si festeggia ancora la sua nascita sulla terra. Sarà ancora per vivere la grande occasione di incontro con lui o per, come succede ogni anno,  continuare a ritrovare le nostre occasioni di vederci insieme, oppure per decretare ormai come  insignificanti le nostre feste, nel desiderio di inventarne altre più nuove e più edificanti ( o meno ingombranti), perché  è incancellabile il desiderio e la necessità di gioire o piangere insieme, come anche di dare davvero un significato a queste nostre vecchie ma collaudate ricorrenze, utili e incancellabili, perché fondate su episodi e ricorrenze che sempre hanno prodotto amore e libertà. Hanno donato generato amicizia e fedeltà, amore e vicinanza verso l’infanzia e l’anzianità. Da queste feste è nata anche la sacralità dell’infanzia. Miracolo! Si sta rigenerando in questo tempo anche la bellezza della nascita e la tenera dolcezza dell’infanzia. Chissà che, crescendo, non si rigeneri anche la festa? Un giorno si manifesterà anche il desiderio e la necessità di inventare insieme il modo di percorrere l’itinerario di educazione alla Fede? Quasi certamente (la storia ce lo insegna), riusciremo a trasformare i nostri sogni in realtà di vita. Partiremo naturalmente dalla proposta di quel Gesù, nato e vissuto in mezzo agli uomini, per comunicarci un nuovo modo di essere uomini e donne e di vivere da figli amati e benedetti dal Padre. Naturalmente bisogna attrezzarsi per compiere questo viaggio, interiormente ed esteriormente, nel tempo e sulle strade della vita. Buon viaggio anche quest’anno, ma con te, Gesù (Cioè: Buon Natale)!  GRAZIE, DIO.

don Carlo