Messaggi del Don

APPARIZIONI…tra le NUVOLE

Da qualche settimana nelle chiese e intorno si sente parlare di nuvole. Ma a chi è venuto in testa di disturbarle? Attenti alle loro reazioni, le nuvole, infatti sono reali, esistono, e anche se invocate, talvolta scompaiono. Non sono frutto di sogni e fantasie.  Le sogniamo e le conosciamo perché le abbiamo già incontrate.

Per caso qualche volta ci hanno pianto addosso, lasciandoci il segno del loro passaggio? Ecco perché le conosciamo bene. Se le immaginiamo è perché sono comparse dinanzi ai nostri sguardi. Hanno certamente già costruito una piccola storia con noi e hanno indicato a noi un modo di proteggerci da loro o di andarle a cercare nei loro momenti bui. Ci han fatto capire che, come loro, anche noi siamo soggetti e legati al movimento. Se vogliamo anche i loro benefici, non possiamo sentirci semplicemente inseriti nell’esistenza, ma dobbiamo anche noi vivere… una vita che vive. Prima di camminare, infatti, siamo stati programmati e inviati dal Cielo, poi ci siamo sviluppati e poi siamo nati sotto lo sguardo vigile delle nuvole e degli astri. Così siamo apparsi per camminare, volare e spaziare sulla terra e per il cielo, sotto lo sguardo protettivo e talvolta in po’ arrabbiato delle nuvole.

Abbiamo imparato anche a pregare il grande PADRE nei giorni di ferie delle nuvole, perché la terra aveva sete e non poteva preparare per noi i suoi frutti belli e succosi, mentre nei giorni bui abbiamo letto (e a modo nostro) la sua ira per le brutte e nefande opere inventate dall’uomo (le più incomprensibili e schifose della nostra storia: le guerre e lo sfruttamento iniquo delle risorse della terra). Le nuvole, poi, ci servono, anche se con discrezione. Come vivere senza di esse?

Perché questa lunga introduzione? Forse per aiutarci a decidere nel tempo se intendiamo solo apparire o anche essere e come essere? Mah, qualcuno crede che non si può apparire senza già esistere. Da chi o da che cosa dipende il nostro esistere? Non si può essere, infatti, senza apparire. Né si può apparire senza essere. Necessariamente si appare perché si è vivi e si vive, perciò si appare. Occorre quindi una vera e piena armonia tra l’essere e l’apparire, altrimenti le nuvole e gli astri, che passano con noi, avranno difficoltà a moderare o alterare i nostri umori e sentimenti e non rimarranno segni importanti nella storia dell’universo di quell’impegno affidatoci al

momento della nostra apparizione nella storia.

Esistiamo, infatti, sotto il cielo, per collaborare con il cielo a scrivere una giusta e buona storia, che aiuti nel futuro la continuazione provvidenziale della nostra umanità a baciare la vita. O forse la vita è vita perché insieme si appare quando già si vive?  Non si entra nella storia solo per apparire, né si vive per comparire a modo nostro. No bisogna mettere in conto da sempre e onestamente che, dopo il comparire, c’è anche lo… scomparire.

Sì. Anche!

Dunque, le nuvole appaiono e scompaiono, sono benedizione o maledizione, ma a servizio della creazione. Fanno piovere o non si presentano nei cieli per mesi e anni, fanno il bello o cattivo tempo. Procurano siccità e fame (vedi Storia Sacra nella Bibbia), ma sono essenziali e necessarie alla vita della terra.

Certamente sono legate alla nostra storia e possono influenzare le immaginarie o concrete pandemie umane, ma spesso diventano abitazioni o destinazioni desiderate, non credo ricercate, di molta gente (anche dei sapienti di questo mondo).

Ma le nuvole davvero possono essere il sito agognato per lunghi periodi di ferie o di prepensionamenti, cercati e da tanti desiderati?

Conoscete per caso qualche amico che vive e abita fra le nuvole?

Perché non lo aiutiamo a venirne fuori?

Se c’è ancora qualcuno che crede all’amicizia, anche con l’efficace arma del Vangelo, cosa aspetta a tirarlo fuori dalla sua nebulosa?

Ci accorgeremo che le nuvole, oltre il pittoresco e divertente gioco di affacciarsi e scomparire dalla terra, hanno anche la possibilità di orientare il nostro vago e giornaliero cammino.

 

don Carlo