Messaggi del Don

LIBERTA’… CHE RESPONSABILITA’!

Ci mettiamo a tavola: due o tre volte al giorno, qualcuno di corsa e altri per 15 o 16 minuti.     Lo dobbiamo fare, per non morire. Non c’è scampo. La fame ci chiede con morsi particolari a fermarci e a prendere cibo. Non possiamo dire: “Ora, non ho tempo per mangiare…”. Siamo costretti. Dio ci ha fatti in modo tale che, se non mangiassimo, moriremmo. Lo ha fatto per dedicarci un pensiero al giorno e non perché vuol farci ricordare di Lui o per imporci un obbligo, come la mamma con il suo bambino. Avrebbe potuto Dio legare anche questo bisogno alla preghiera, come ha reso l’uomo dipendente dal cibo. E, invece, no. Solo per il cibo l’uomo è dipendente. Avrebbe potuto creare un simile rapporto come per il cibo, anche con noi, in modo tale che, se non ci fermassimo tre volte al giorno per pregare, saremmo stati costretti anche a morire. Immaginiamo per un momento le folle oceaniche di credenti alla ricerca di Lui da ogni dove, con infinite code in attesa, senza tanta speranza di poter essere ascoltati. Allora sì che le sue lodi risuonerebbero lungo le nostre strade, nelle discoteche, nei cinema e teatri, nelle scuole e nei palazzi, ovunque, nei locali pubblici, sugli autobus. Il mondo sarebbe pieno di gente che prega, le chiese tutte strapiene e senza posti riservati. I giovani pregherebbero tutti tre volte a giorno, sospendendo qualsiasi altra attività artistica, ricreativa o sportiva. Vivremmo in una società super-religiosa e, chissà, anche super-umana, ma LIBERA? Ma perché Dio, pur potendolo fare, non ha voluto tutto questo? Perché invece, non ci ha creati come persone che sentono il bisogno del “momento dello spirito” per sopravvivere? La risposta del vangelo? Questa: perché Dio ci ha creati liberi… liberi di pregarlo, di cercarlo, di obbedirgli e di disobbedirgli. È detto tutto.

Egli avrebbe potuto rendersi  visibile ai nostri occhi, in modo da chiudere il discorso sulla libertà, avrebbe potuto mettere in noi una fame di preghiera che ci costringesse a cercarlo, e invece si è nascosto ai nostri occhi per obbligarci ad esercitare la nostra libertà di figli; di cercarlo, di dubitare, di pregare, di peccare. Liberi di passare una vita senza pensare a lui. Come i bambini cresciuti, che nascondono tanti loro segreti ai genitori e poi, a un tratto, restano incapricciati quando si  accorgono che i genitori sono a conoscenza dei fatti loro e sanno quasi tutto della loro storia. Qual è dunque la radice della libertà umana?  Forse la decisione personale, che si attacca alla persona come i francobolli di una volta? Perché non chiamarla con il suo giusto nome: responsabilità? Con la capacità di scegliere come si vuole, si può decidere senza costrizioni o intimidazioni, senza che  un sistema possa intimorirci o inghiottirci; senza essere impopolari nella possibilità e nel diritto di resistere o di schierarsi con alcune convinzioni, solo tue o di altri. La vera libertà è questa, e senza di essa non c’è mai libertà, di nessun genere, e neppure l’illusione di averla». A quando il tempo della tua vera LIBERTA’? Se è oggi, che aspetti ancora a decidere?

don Carlo