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Novena di Natale, “Aspettando una presenza luminosa”

«O Emmanuele, Dio con noi, attesa dei popoli e loro liberatore: vieni a salvarci con la tua presenza»: così ascolteremo nell’acclamazione al vangelo del 23 dicembre. Ecco il senso della Novena di Natale, il senso dell’Avvento: ciò che aspettiamo è la presenza di Gesù Cristo. Da qui l’importanza in riferimento a Gesù del nome di “Emmanuele”, che significa “Dio con noi”; è questo l’essenziale del cristianesimo, è questa la natura di Gesù e il suo compito: portare la presenza di Dio in mezzo agli uomini! E noi, in nove giorni (che a me piace vedere quasi come simbolo dei nove mesi del parto) ci prepariamo ad accogliere questa presenza speciale. La Chiesa poi nella sua sapienza ci aiuta a conoscere Colui che attendiamo, attraverso alcuni titoli desunti dalla Scrittura e già dai primi cristiani applicati a Gesù. Oltre a Emmanuele, procedendo con ordine, ecco gli altri: Sapienza, Signore (appellativo riservato a Dio e quindi affermazione della divinità di Gesù), Radice di Iesse, Chiave di Davide, Astro che sorgi, Re delle genti. E ogni giorno della novena ci presenta una pagina dell’Antico Testamento che per noi cristiani si è compiuta con la venuta di Cristo. Per cui quando il libro del profeta Isaia dice (lo ascolteremo il 20): «la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele», come non vedere queste parole realizzate in Gesù Cristo, concepito e partorito dalla Vergine Maria? E mi piace poi soffermarmi sul versetto che si ascolta il 21: «O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte»; nel mondo attuale, reso buio, cupo, tetro da tante sciagure, da tanti crimini, vogliamo accogliere veramente nella nostra vita l’unica vera Luce, fonte di bontà, di gioia, di pace: Gesù Cristo. Così comprendiamo la tradizione di celebrare la Messa della novena quando è ancora notte, vigilanti e desiderosi di aspettare il sole che sorge; e comprendiamo anche il rito che la pietà popolare ha introdotto nel corso del tempo, ovvero l’accensione di una lampada ognuno dei nove giorni, in dialetto casamassimese “re nove lampe”. Che possiamo fare spazio nella nostra vita a Colui che ci porta la presenza di Dio, l’Emmanuele; che possiamo fare spazio a Colui che è la «luce del mondo» (Gv 8,12), il «sole che sorge dall’alto per (…) dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,79).

Pietro De Tommaso